martedì, maggio 07, 2013
domenica, maggio 05, 2013
La biblioteca dei morti - Glenn Cooper
E' una bella scoperta, Cooper sa il fatto suo. Libro leggero,
scorrevole, tiene il lettore attaccato alle pagine, la storia è ben
congegnata. Quando i misteri iniziano a rivelarsi diventa un po'
scontato ma il giudizio è ampiamente positivo.
Nebbia e cenere - Eraldo Baldini
Sempre bravo Baldini.
La quotidianeità della provincia emiliana sferzata da una normalità che si trasforma in ossessione e arriva a rasentare la follia.
Lascia una buona dose di inquietudine perchè il buon Baldini descrive gli orrori della porta accanto, vicende e sensazioni che potrebbero appartenere al tizio seduto vicino a te in autobus.
Non male.
La quotidianeità della provincia emiliana sferzata da una normalità che si trasforma in ossessione e arriva a rasentare la follia.
Lascia una buona dose di inquietudine perchè il buon Baldini descrive gli orrori della porta accanto, vicende e sensazioni che potrebbero appartenere al tizio seduto vicino a te in autobus.
Non male.
Casino totale - Jean-Claude Izzo
Non male. Pensavo meglio ma oggettivamente Izzo nel suo genere è stato
un signor scrittore. Ogni tanto si perde, troppi nomi che talvolta
tornano e hai già dimenticato chi siano. Devo ammettere che,
nell'intreccio di mafia, camorra, arabi, italiani e francesi alla fine
ho rinunciato a trovare il bandolo della matassa (non perchè sia
particolarmente complicato ma, appunto, perchè faccio casino con i nomi.
Morvan, Mavros, e che cavolo). Ma l'atmosfera che crea, l'atmosfera di
questa marsiglia crocevia di persone, religioni e razze, porto di mare
dalle mille sfaccettature, di queste notti così noir, è resa bene.
Cecità - Jose Saramago
Un capolavoro, un romanzo da podio nella mia personale classifica. L'inconfondibile (e non poco claustrofobico) stile di scrittura del Maestro e i suoi rilevanti contenuti si immergono in una storia abbastanza diversa da quelle caratterizzanti i libri dell'autore che ho già letto, un qualcosa che si avvicina più alla moderna e veloce fiction letteraria che al lento (ma non meno appassionante nel caso del portoghese) scorrere di lunghe descrizioni.
E proprio lo stile di Saramago si sposa alla perfezione con questa narrazione immergendo il lettore nella vicenda e facendolo sentire uno della camerata, accanto a occhi che vagano inanimatamente qua e là, coinvolto nel meglio e nel peggio che possa uscire da un essere umano.
Non male la trasposizione cinematografica. Certo, nulla a che vedere con il libro ma ampiamente passabile.
Tideland - Mitch Cullin
Peccato.
Il finale mi ha un pochino deluso, lascia una sensazione di incompiutezza. Sarebbe bastato veramente poco a scrivere quattro righe in più per chiudere il cerchio.
Dicevo: "peccato". Peccato perchè l'idea c'è. Sviluppandola con qualche aggiustatina ne sarebbe uscita una meravigliosa favola moderna.
Mi pare che sulla quarta di copertina se ne parli come di "un'Alice nel paese delle meraviglie che incontra Psyco". Io dico "una Coraline che si immerge in un misto tra Trainspotting ed Il mago di Oz".
Anche il relativo film ha un potenziale immenso ma ancor meno sviluppato rispetto al libro, personalmente mi ha fatto quasi addormentare.
Il grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald
Attenzione - Spoiler
La colpa, visto che il suo valore pare indiscusso, sarà sicuramente mia, ma non ho trovato il capolavoro che attendevo.
Insomma, che dire? Bah... 180 pagine abbastanza anonime di un romanzo che approfondisce poco di tutto e non lascia nulla.
Alla fine dei giochi, chi è Gatsby? La sua è una figura positiva o negativa? Al di là di questo eccessivo sentimento con così poche fondamenta da sembrare quasi irreale e superficiale, che ha da dire?
L'unica immagine che ha un suo perchè, l'uomo che guarda la lucina al di là della baia, svanisce in poche righe.
Il grande amore, Daisy, si riduce ad una donnetta che, messa alle strette, ama comunque il marito e, nell'indecisione, non lascia neanche un segno alla morte del "grande" Gatsby?
Norwegian Wood - Haruki Murakami
Attenzione - Spoiler
Un vero gioiellino che merita ampiamente la sua fama ed entra a pieno titolo nella mia personale top ten.
Se devo trovargli una pecca, devo dire che è un po' eccessivo che tre quarti dei conoscenti del protagonista si suicidino. Questo aspetto poteva essere gestito meglio, trovando espedienti diversi.
Nota a margine: che rabbia, è possibile che l'idiota che ha scritto la premessa sveli praticamente tutta la trama?
Purtroppo il relativo film non è arrivato nelle sale italiane.
Le notti di Salem - Stephen King
Il mio primo King non mi ha entusiasmato. Forse non ho più l'età per
sentire il brividino offerto da un buon romanzo ad alta tensione, però
mi piacerebbe molto ritrovarlo. Le pagine scorrono, l'atmosfera c'è ma
ho letto di meglio (Io sono leggenda e La casa d'inferno di Matheson
sono di un altro livello).
The Box e altri racconti - Richard Matheson
Il primo Matheson che mi ha deluso. Raccontini senza infamia e senza lode, The box compreso (anzi, forse più di altri).
Tramonto e polvere - Joe R. Lansdale
Bello.
Ma, come già accennato, c'è sempre un senso di dejavu.
Un tizio dall'aura "mitologica" nascosto nel bosco... omicidi ed inseguimenti in riva al fiume... razzismo ed intolleranza nel Texas orientale...
Ma, come già accennato, c'è sempre un senso di dejavu.
Un tizio dall'aura "mitologica" nascosto nel bosco... omicidi ed inseguimenti in riva al fiume... razzismo ed intolleranza nel Texas orientale...
Mucho Mojo - Joe R. Lansdale
Lansdale è diventato uno dei miei scrittori preferiti ma inizio a notare
sempre la stessa pecca: l'assassino è sempre il maggiordomo. Le trame
sono ben articolate fino ad un certo punto, poi tutto inizia ad essere
un po' troppo scontato. Ciò non toglie nulla al piacere della lettura:
leggere un libro di Lansdale è come guardare per la ventesima volta uno
di quei mitici film che ripropongono all'una di notte; sai come andrà a
finire ma non stacchi gli occhi dallo schermo e il giorno dopo compri
anche il dvd. Il ritmo, l'affetto per i personaggi e l'ottima qualità
della scrittura comunque offuscano i piccoli difetti.
Faccia di sale - Eraldo Baldini
Molto carino, era tanto tempo che non
trovavo un autore italiano che mi "stuzzicasse".
A parte l'ovvia differenza nei connessi meccanismi psicologici, la forzata solitudine del protagonista e la conseguente e ampia introspezione che caratterizza il libro mi ha ricordato Io sono leggenda del maestro Matheson.
Le descrizioni sono molto realistiche ed incisive, immergendo il lettore nell'atmosfera romagnola dell'anno del signore 1699. Non mancano situazioni divertenti che mi hanno strappato più di una sincera risata. I dialoghi secchi e pungenti sono un punto di forza del romanzo.
L'unica puntigliosa pecca è di stampo grammaticale: nei vari flussi di coscienza che si susseguono, anche se probabilmente giustificabile, non riesco a tollerare la lettera minuscola dopo il punto.
A parte l'ovvia differenza nei connessi meccanismi psicologici, la forzata solitudine del protagonista e la conseguente e ampia introspezione che caratterizza il libro mi ha ricordato Io sono leggenda del maestro Matheson.
Le descrizioni sono molto realistiche ed incisive, immergendo il lettore nell'atmosfera romagnola dell'anno del signore 1699. Non mancano situazioni divertenti che mi hanno strappato più di una sincera risata. I dialoghi secchi e pungenti sono un punto di forza del romanzo.
L'unica puntigliosa pecca è di stampo grammaticale: nei vari flussi di coscienza che si susseguono, anche se probabilmente giustificabile, non riesco a tollerare la lettera minuscola dopo il punto.
L'ultimo vero bacio - James Crumley
Pur non incarnando totalmente il mio genere, ci si può accorgere
immediatamente che dietro a L'ultimo vero bacio ci sia una grande penna.
Nonostante le onnipresenti e spesso, a mio parere e gusto, superflue
descrizioni il romanzo scorre meravigliosamente ed intriga il lettore.
E' veramente il miglior hardboiled della storia? Non so ma ciò che è
sicuro è che Crumley è un signor scrittore.
Nota a margine: ma è possibile che un "tascabile" da 15 euro (e già qui siamo al paradosso, una contraddizione in termini) dell'Einaudi debba essere pieno di refusi e che un semplice lettore se ne accorga alla prima lettura mentre professionisti della principale casa editrice italiana mandano in stampa 'sta roba? Bah.
Nota a margine: ma è possibile che un "tascabile" da 15 euro (e già qui siamo al paradosso, una contraddizione in termini) dell'Einaudi debba essere pieno di refusi e che un semplice lettore se ne accorga alla prima lettura mentre professionisti della principale casa editrice italiana mandano in stampa 'sta roba? Bah.
Estranei - Taichi Yamada
Un autore televisivo, orfano sin dall'adolescenza, incontra per strada i suoi genitori.
Non male. Anomala ghost story al sushi che non ha rispettato le mie aspettative ma si tratta di un romanzo godibile e scorrevole. Merita la piena sufficienza.
Non male. Anomala ghost story al sushi che non ha rispettato le mie aspettative ma si tratta di un romanzo godibile e scorrevole. Merita la piena sufficienza.
Il gioco dell'angelo - Carlos Ruiz Zafon
Molto bello. Da commenti altrui credevo fosse una mezza fregatura ma, alla fine, non mi ha deluso.
Qualcosa che non torna c'è. In alcuni frangenti le personalità dei personaggi si avvicinano molto: hanno tutti la stessa ironia pungente e sarcastica, battute piacevoli a non finire ma tutte sulla stessa falsariga. Poi, mi pare che alcuni dettagli, dal punto di vista cronologico, non combacino alla perfezione con il periodo in cui si svolge la storia e di tale periodo, a parte alcuni riferimenti alla guerra e all'esposizione universale, non esce fuori nulla; il romanzo avrebbe potuto svolgersi benissimo ai giorni nostri e nessuno se ne sarebbe accorto.
Comunque mi è piaciuto, non quanto L'ombra del vento ma è comunque consigliabile.
Qualcosa che non torna c'è. In alcuni frangenti le personalità dei personaggi si avvicinano molto: hanno tutti la stessa ironia pungente e sarcastica, battute piacevoli a non finire ma tutte sulla stessa falsariga. Poi, mi pare che alcuni dettagli, dal punto di vista cronologico, non combacino alla perfezione con il periodo in cui si svolge la storia e di tale periodo, a parte alcuni riferimenti alla guerra e all'esposizione universale, non esce fuori nulla; il romanzo avrebbe potuto svolgersi benissimo ai giorni nostri e nessuno se ne sarebbe accorto.
Comunque mi è piaciuto, non quanto L'ombra del vento ma è comunque consigliabile.
Trilogia di New York - Paul Auster
Mi ero segnato una marea di note per ricordare le connessioni tra le tre
storie ma chi ha letto il libro sa (senza voler anticipare nulla) che
alla fine servono a poco. Lo ho appena finito e devo ancora capire in
quale punto temporale fissare gli elementi che alla fine vengono fuori.
Da alcuni commenti qui su anobii avevo capito che dal finale avrei
potuto aspettarmi di tutto, qualcosa era trapelato e cercavo indizi in
ogni pagina ma lo stupore del finale ha ribaltato lo stupore che mi
sarei aspettato e che mi stavo costruendo pensando di essere sulla
strada giusta. Come detto, ancora non ho capito proprio tutti i
particolari della vicenda, devo sistemare alcuni eventi, comunque questo
libro mi ha colpito positivamente e non sarà l'ultimo di Auster che
leggo.
La sottile linea scura - Joe R. Lansdale
Una bella sorpresa.
C'è qualcosina che non mi fa impazzire nella scrittura di Lansdale, come quando nei dialoghi, talvolta, si fa fatica a capire chi parla perchè, quando vengono aperti due periodi consecutivi, è possibile che sia sempre la stessa persona a parlare. Insomma, questo aspetto poteva essere gestito meglio, ma si tratta di una piccolezza.
La storia scorre che è una meraviglia; i personaggi sono ben delineati e non si può non provare quasi affetto per una famiglia (cane compreso) come quella del protagonista che, nel periodo in cui si svolge il romanzo, in cui la questione razziale è tutt'altro che risolta, in una cittadina del Texas, si presenta come un bagliore in una notte che più tetra non potrebbe essere. Un linguaggio pungente ed ironico e un mistero da risolvere completano il quadro.
Mi ha ricordato molto Stand by me, il film tratto dal racconto di King: l'estate di una congrega di amici, un macabro mistero da risolvere, la scoperta/ricerca di un "tesoro", una sorta di linea di confine tra l'età dell'innocenza e quella adulta. Leggendolo, a tratti, mi venivano in mente le immagini del film.
C'è qualcosina che non mi fa impazzire nella scrittura di Lansdale, come quando nei dialoghi, talvolta, si fa fatica a capire chi parla perchè, quando vengono aperti due periodi consecutivi, è possibile che sia sempre la stessa persona a parlare. Insomma, questo aspetto poteva essere gestito meglio, ma si tratta di una piccolezza.
La storia scorre che è una meraviglia; i personaggi sono ben delineati e non si può non provare quasi affetto per una famiglia (cane compreso) come quella del protagonista che, nel periodo in cui si svolge il romanzo, in cui la questione razziale è tutt'altro che risolta, in una cittadina del Texas, si presenta come un bagliore in una notte che più tetra non potrebbe essere. Un linguaggio pungente ed ironico e un mistero da risolvere completano il quadro.
Mi ha ricordato molto Stand by me, il film tratto dal racconto di King: l'estate di una congrega di amici, un macabro mistero da risolvere, la scoperta/ricerca di un "tesoro", una sorta di linea di confine tra l'età dell'innocenza e quella adulta. Leggendolo, a tratti, mi venivano in mente le immagini del film.
Gomorra - Roberto Saviano
La grande fama avuta da questo libro, durante la lettura, può
portare a pensare ad un abbaglio. Troppi dati, troppi nomi che vengono
dimenticati appena si volta pagina, linguaggio troppo pomposo in alcuni
frangenti da risultare quasi inadeguato e poco comprensibile, sintassi
non eccellente.
Ma alla fine del libro, questo miscuglio di informazioni e sensazioni scaturisce in un turbamento dell'anima quasi inaspettato. Da leggere.
Ma alla fine del libro, questo miscuglio di informazioni e sensazioni scaturisce in un turbamento dell'anima quasi inaspettato. Da leggere.
Tarantola - Thierry Jonquet
Attenzione - Spoiler
Le prime 40-50 pagine non mi hanno entusiasmato, quindi credevo che non si trattasse del genere per me. Dopo però, quando le storie hanno cominciato a dipanarsi, mi ha preso e l'ho finito in poche ore.
E' una storia perversa, un incubo che tiene il lettore avvinghiato alle pagine che scorrono (specialmente le parti riguardanti l'iniziale odissea di Vincent, narrate, in modo particolare, in seconda persona, catapultano il lettore nell'orrore claustrofobico e angosciante descritto).
Il finale è disorientante: il lettore che, fino a quel momento, ha preso le parti di quella che dovrebbe la vittima, scopre che tutti i personaggi sono al tempo stesso vittime e carnefici. Forse sono tutte vittime, forse tutti carnefici, dipende dall'angolo visuale da cui si osserva la vicenda.
In definitiva, niente male.
Chiedi alla polvere - John Fante
Ho moderatamente apprezzato questo libro ma alcune parti non mi convincono,
mi sembrano un po' surreali. Parlo degli incontri con Camilla e Vera.
Con la prima, appena entra nel locale e iniziano a scambiarsi occhiate c'è troppa complicità. Magari è solo frutto della mente del protagonista però, non so, sembra partecipare anche lei a questo gioco. Troppo "tutto e subito".
La seconda entra nella camera di Arturo e lui non si chiede chi sia quella sconosciuta, da dove venga, che ci faccia lì... insomma, ti entra una persona in casa in piena notte e sembra tutto normale. Sembra manchi una parte (successivamente viene spiegato tutto ma, appunto, non mi convince).
Alcuni dialoghi con queste due donne sembrano poi usciti da un Harmony, troppi sentimenti sbandierati e gratuiti con queste due semi-sconosciute. Ho letto più di metà libro e queste "relazioni" che non sono praticamente mai iniziate sembrano già consumate e finite.
Non so, mi sarei aspettato di più da quello che viene definito un capolavoro.
Oggettivamente questo libro ha un suo perchè ma restano le mie perplessità. Forse sono influenzato anche dal fatto che il protagonista, a pelle, mi pare un idiota: spreca tempo, soldi e sentimenti per una donna ancora più idiota che non se lo fila neanche di striscio.
Con la prima, appena entra nel locale e iniziano a scambiarsi occhiate c'è troppa complicità. Magari è solo frutto della mente del protagonista però, non so, sembra partecipare anche lei a questo gioco. Troppo "tutto e subito".
La seconda entra nella camera di Arturo e lui non si chiede chi sia quella sconosciuta, da dove venga, che ci faccia lì... insomma, ti entra una persona in casa in piena notte e sembra tutto normale. Sembra manchi una parte (successivamente viene spiegato tutto ma, appunto, non mi convince).
Alcuni dialoghi con queste due donne sembrano poi usciti da un Harmony, troppi sentimenti sbandierati e gratuiti con queste due semi-sconosciute. Ho letto più di metà libro e queste "relazioni" che non sono praticamente mai iniziate sembrano già consumate e finite.
Non so, mi sarei aspettato di più da quello che viene definito un capolavoro.
Oggettivamente questo libro ha un suo perchè ma restano le mie perplessità. Forse sono influenzato anche dal fatto che il protagonista, a pelle, mi pare un idiota: spreca tempo, soldi e sentimenti per una donna ancora più idiota che non se lo fila neanche di striscio.
Cronache della vita che passa - Fernando Pessoa
Prose giornalistiche dell'autore, al tempo pubblicate su "O Jornal".
Libro abbastanza breve ma intenso. Il "solito" Pessoa strappa applausi a scena aperta. Come sempre.
"L'uomo disciplinato e colto fa, della propria sensibilità e della propria intelligenza, gli specchi di un ambiente transitorio: è repubblicano di mattina e monarchico la sera; ateo all'aria aperta e cattolico ultramontano in certe ore di ombra e silenzio... "
"Solo gli individui superficiali hanno convinzioni profonde. Coloro i quali non prestano attenzione alle cose, che sembrano vederle solo per non andarci a sbattere contro, hanno sempre la medesima opinione, sono individui integri e coerenti."
"Quand'è che ci renderemo conto che politica, religione e vita sociale non sono altro che gradi inferiori e plebei dell'estetica - l'estetica di chi ancora non la possiede?"
Libro abbastanza breve ma intenso. Il "solito" Pessoa strappa applausi a scena aperta. Come sempre.
Ieri - Agota Kristof
Scorre bene, la Kristof è sempre la Kristof. Pur essendo
distante anni luce dal quel capolavoro che è la trilogia, le atmosfere e
le descrizioni sono quelle, marchio di fabbrica dell'autrice.
Tobias è una persona completamente vuota, inerme, svuotato dalle difficoltà e dalla miseria (in tutti i sensi, anche umana) che ha incontrato nel corso della sua vita. Passa le sue tristi giornate come un automa, aspettando Line, una donna immaginaria che gli donerà la felicità che non ha mai provato. Un giorno incontra Line, non quella irreale, idealizzata, ma la Line del suo passato. Cercherà di adattarla al modello che aveva creato nella sua mente, sperando di ottenere ciò che ha sempre sognato ad ogni costo...
Tobias è una persona completamente vuota, inerme, svuotato dalle difficoltà e dalla miseria (in tutti i sensi, anche umana) che ha incontrato nel corso della sua vita. Passa le sue tristi giornate come un automa, aspettando Line, una donna immaginaria che gli donerà la felicità che non ha mai provato. Un giorno incontra Line, non quella irreale, idealizzata, ma la Line del suo passato. Cercherà di adattarla al modello che aveva creato nella sua mente, sperando di ottenere ciò che ha sempre sognato ad ogni costo...
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte - Mark Haddon
Attenzione - Spoiler
Il mondo visto attraverso gli occhi di un ragazzo autistico. Inizialmente fatica a partire, poi il colpo di scena che cambia la storia rende il romanzo più corposo, più vicino alle mie aspettative. A questo punto è più semplice percepire le sue emozioni in modo diretto perchè iniziano a crescere, ad intrecciarsi, a complicarsi, ad aumentare di volume. Il ritmo narrativo sale ed una sorta di sensazione claustrofobica ed agorafobica al tempo stesso ti avvolge. Una miriade di emozioni portate all'ennesima potenza e di informazioni riempiono la testa del protagonista, coprendo e ottenebrando quegli stati d'animo che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni che per noi sono "normali". Christopher (il protagonista) non sa associare un sorriso al corrispondente sentimento di felicità ma riesce a risolvere equazioni algebriche complicatissime per chiunque; non "può" toccare nessuna cosa di colore giallo ma è in grado di disegnare mentalmente in modo accurato la mappa di una città mentre cammina per le sue strade. E' questa la sua vita.
Anche trovandomici immerso, è stato difficile per me (e credo per la maggioranza delle persone che hanno letto il libro) riuscire a comprendere la mente del protagonista, specialmente quando "ripudia" il padre che lo aveva cresciuto e amato per un motivo quasi futile (oddio, ovviamente futile rispetto all'affetto di un genitore che ha dedicato la proria vita al figlio). Ma questo rientra nella sua "condizione", come dicevo, l'incapacità di provare e di capire quei sentimenti che per le altre persone sono basilari ed elementari a causa della sua mente troppo intenta ad elaborare ogni dato che gli capita sotto mano e più attenta a percepire sensazioni che noi definiremmo secondarie (ovviamente la mia non vuole essere una descrizione dell'autismo di cui non conosco praticamente nulla, è solo ciò che ho ricavato dal libro). E ciò, dimenticandomi o, comunque, ponendo a tratti in secondo piano il suo disturbo, devo ammettere che mi ha portato anche ad una sorta di antipatia nei confronti di Christopher. Sicuramente con questo libro si comprendono le grandi difficoltà (ed è un eufemismo) che incontrano i genitori di una persona in queste condizioni, non credo che chiunque sia all'altezza di un compito simile (e questo fa uscire un po' meglio la figura della madre che inizialmente appare solo come una debosciata che ha abbandonato la famiglia per scappare con l'amante. Non è cattiva, è solo una persona debole), la pazienza non basta, è anche necessaria la capacità di saper prendere e comprendere ciò che un figlio così può darti (che non è maggiore o minore di quello che può dare un'altra persona ma, sicuramente, è trasmesso in modo differente e, in modo differente, lo si deve carpire).
Beh, insomma, non male, mi ha fatto riflettere.
Festa mobile - Ernest Hemingway
Bellissimo. Preso dall'entusiasmo suscitatomi da questo libro ho già acquistato anche Fiesta.
Entra di diritto nella mia personale top ten.
Hemingway descrive gli anni vissuti a Parigi tra le due guerre, anni di boheme, di povertà e grande felicità, costellati da grandi incontri e amicizie. Divertentissimi i suoi siparietti con Fitzgerald, era molto tempo che non sorridevo per merito di un buon libro (per di più, ovviamente, non comico).
E' uno degli ultimi libri che ha scritto, voleva ripercorrere con la mente il più bel periodo della sua vita e quindi non manca una punta di malinconia.
Imperdibile.
Entra di diritto nella mia personale top ten.
Hemingway descrive gli anni vissuti a Parigi tra le due guerre, anni di boheme, di povertà e grande felicità, costellati da grandi incontri e amicizie. Divertentissimi i suoi siparietti con Fitzgerald, era molto tempo che non sorridevo per merito di un buon libro (per di più, ovviamente, non comico).
E' uno degli ultimi libri che ha scritto, voleva ripercorrere con la mente il più bel periodo della sua vita e quindi non manca una punta di malinconia.
Imperdibile.
La sovrana lettrice - Alan Bennett
Non male, una lettura piacevole e un argomento originale. La sola pecca è
rappresentata dal fatto che alcune frasi risultano abbastanza confuse
dal punto di vista grammaticale. Non capisco se si tratti di una
traduzione approssimativa (ma con la Adelphi mi pare strano) o se la
colpa sia attribuibile a Bennett stesso.
Vite di Fernando Pessoa scritte da sé medesimo
Un'autobiografia "involontaria", la vita di Fernando Pessoa raccontata
dallo stesso autore in vari brani estrapolati dalle sue opere e qui
raccolti in un unico libro. Interessante per chi, come me, ama lo
scrittore lusitano.
La casa con il mezzanino. La signora con il cagnolino - Anton P. Čechov
sabato, maggio 04, 2013
Firmino - Sam Savage
Non inizia benissimo e, dopo aver letto il capolavoro della Kristof, non
si può non notare la differenza. Dopo le prime pagine si riprende bene e
non si può non provar simpatia e tenerezza per lo sfortunato
protagonista. Insomma, una favola moderna che, nonostante l'incerto
inizio, non mi ha deluso. Dopo qualche commento negativo
avevo ridimensionato le mie aspettative e, alla fine, ho trovato
proprio ciò mi aspettavo. Non è un capolavoro ma un libricino godibile.
Trilogia della città di K. - Agota Kristof
Uno dei più bei libri che abbia mai letto. Lo inizi e non puoi fare a
meno di finirlo nel più breve tempo possibile. So che a molti lettori è piaciuta particolarmente la prima parte, a me è piaciuto tutto,
dall'inizio alla fine. Come c'è scritto in copertina: "Una favola nera
dove tutto può essere il contrario di tutto". Favoloso.
American Psycho - Bret Easton Ellis
Per cominciare posso dire che mi è piaciuto. Ellis non mi delude. Però,
diversamente da quanto dicono tutti, stranamente mi è piaciuto meno del
tanto bistrattato Lunar Park. In questo libro non c'è una storia ben
definita da seguire dall'inizio alla fine, descrive un'epoca, anni
caratterizzati nel bene e nel male dal dominio dell'apparenza e degli
status symbol. Da un'apparente normalità si passa repentinamente, senza
quasi accorgersene, a crudissime efferatezze e delitti che assurgono a
rango di "normalità" a loro volta. Le molte descrizione di vestiti e
accessori di qualunque persona capiti sotto gli occhi del protagonista
possono essere un po' noiose ma alla fine ci si fa il callo e si
confondono nella quotidianità di Patrick Bateman. Leggerò sicuramente
gli altri libri di Ellis, è diventato uno dei miei autori preferiti.
Espiazione - Ian McEwan
Ormai sono giunto con immensa fatica al termine e posso finalmente dirlo: che palle!
Questa lettura è stata un parto: è durata nove mesi, sembrava non finire più.
Scrittore eccelso, nulla da dire su questo, la colpa sarà sicuramente mia.
Ma che palle! Non è un libro per me: troppe descrizioni, troppi particolari, scorrono decine e decine di pagine ed intanto non succede un tubo! Che sollievo, lo ho finito!
McEwan, addio.
Questa lettura è stata un parto: è durata nove mesi, sembrava non finire più.
Scrittore eccelso, nulla da dire su questo, la colpa sarà sicuramente mia.
Ma che palle! Non è un libro per me: troppe descrizioni, troppi particolari, scorrono decine e decine di pagine ed intanto non succede un tubo! Che sollievo, lo ho finito!
McEwan, addio.
L'arte di leggere. Aforismi sulla lettura
Un insieme di aforismi sul mondo della lettura e di citazioni tratte da
vari libri. Pensavo meglio. Il curatore avrebbe potuto fare qualche
sforzo in più. Alcune sono abbastanza lunghe, pallose e incompresibili,
altre sembrano esserci state tirate dentro a forza.
Non ora, non qui - Erri De Luca
Questo libro mi ha lasciato un "non so che" di incompiuto. L'autore descrive la
sua infanzia e le sensazioni che scaturiscono da una fotografia di sua
madre. E' intriso di una dolce maliconia, un sentimento da cui si lascia
trasportare nel susseguirsi dei ricordi. Ma in questa malinconia
non c'è amarezza, solo una consapevolezza di tutto ciò che ha
contribuito ha formare la persona che attualmente è, mentre osserva la
sua vita dal finestrino di un autobus.
Lunar park - Bret Easton Ellis
- Facciamo un gioco, Bret.
- Io non...
- Il gioco si chiama: indovina chi è il prossimo?
Chi è che telefona a mr Ellis nel cuore della notte?
E soprattutto: chi è Bret Easton Ellis?
Un cocainomane che abita in un lussuoso appartamento di New York?
Un padre di famiglia che vive in un tranquillo sobborgo fuori città?
Un figlio che non ha mai perdonato il padre?
Uno scrittore perseguitato dai mostri che lui stesso ha creato nei propri libri?
Il primo capitolo è prettamente autobiografico, descrive la vita del famoso scrittore durante il college, la nascita del suo successo condita da tutti gli eccessi dello star system di cui "il piu' grande autore americano sotto i quaranta", come lui stesso si definisce, diventa protagonista.
Chi non ha letto i precedenti romanzi di Bret Easton Ellis sarebbe portato a pensare che il libro prosegua secondo questa falsariga (ovviamente romanzata), ma dal secondo capitolo inizia il vero Lunar park, un'autobiografia semi-immaginaria in cui i fantasmi del passato fanno visita a un Bret Ellis dagli innumerevoli volti.
Il protagonista, per disintossicarsi e cercare di ristabilire un equilibrio nella sua vita disastrata, si trasferisce in un'anonima cittadina del nordest, ritrovandosi improvvisamente sposato e padre di due figli.
Ma questa nuova vita che dovrebbe riportare la sua esistenza entro i binari della "normalità" è contornata da bambini imbottiti di psicofarmaci, genitori assenti e festini in cui alcool e droga non mancano mai.
Ciò che è essenziale è la patina superficiale, un'apparenza espressa da una villetta di campagna, una scuola prestigiosa, le cene di rappresentanza con vicini di casa insopportabili.
Tutto sembra "tranquillo" fino a quando uno scomodo passato non bussa al 703 di Elsinore lane.
Strani eventi disturbano la serenità di quella casa: i mobili si spostano da soli, misteriose e-mail lampeggiano incessantemente sullo schermo del computer, i bambini del vicinato scompaiono nel nulla, inquietanti presenze si nascondono nell'ombra...
Sicuramente non è il classico romanzo di Bret Easton Ellis: chi ha amato American psycho o Glamorama potrebbe rimanerne deluso, ma a me non è dispiaciuto affatto.
- Io non...
- Il gioco si chiama: indovina chi è il prossimo?
Chi è che telefona a mr Ellis nel cuore della notte?
E soprattutto: chi è Bret Easton Ellis?
Un cocainomane che abita in un lussuoso appartamento di New York?
Un padre di famiglia che vive in un tranquillo sobborgo fuori città?
Un figlio che non ha mai perdonato il padre?
Uno scrittore perseguitato dai mostri che lui stesso ha creato nei propri libri?
Il primo capitolo è prettamente autobiografico, descrive la vita del famoso scrittore durante il college, la nascita del suo successo condita da tutti gli eccessi dello star system di cui "il piu' grande autore americano sotto i quaranta", come lui stesso si definisce, diventa protagonista.
Chi non ha letto i precedenti romanzi di Bret Easton Ellis sarebbe portato a pensare che il libro prosegua secondo questa falsariga (ovviamente romanzata), ma dal secondo capitolo inizia il vero Lunar park, un'autobiografia semi-immaginaria in cui i fantasmi del passato fanno visita a un Bret Ellis dagli innumerevoli volti.
Il protagonista, per disintossicarsi e cercare di ristabilire un equilibrio nella sua vita disastrata, si trasferisce in un'anonima cittadina del nordest, ritrovandosi improvvisamente sposato e padre di due figli.
Ma questa nuova vita che dovrebbe riportare la sua esistenza entro i binari della "normalità" è contornata da bambini imbottiti di psicofarmaci, genitori assenti e festini in cui alcool e droga non mancano mai.
Ciò che è essenziale è la patina superficiale, un'apparenza espressa da una villetta di campagna, una scuola prestigiosa, le cene di rappresentanza con vicini di casa insopportabili.
Tutto sembra "tranquillo" fino a quando uno scomodo passato non bussa al 703 di Elsinore lane.
Strani eventi disturbano la serenità di quella casa: i mobili si spostano da soli, misteriose e-mail lampeggiano incessantemente sullo schermo del computer, i bambini del vicinato scompaiono nel nulla, inquietanti presenze si nascondono nell'ombra...
Sicuramente non è il classico romanzo di Bret Easton Ellis: chi ha amato American psycho o Glamorama potrebbe rimanerne deluso, ma a me non è dispiaciuto affatto.
I cani di babele - Carolyn Parkhurst
"Ecco cosa sappiamo, noi che possiamo parlare per raccontare una storia:
Nel pomeriggio del 24 ottobre, mia moglie, Lexy Ransome, si arrampicò
in cima al melo nel giardino dietro casa e precipitò morendo sul colpo.
Nessun testimone, a parte il nostro cane Lorelei."
Inizia così il romanzo d'esordio della statunitense Carolyn Parkhurst: "I cani di babele", un libro che consiglio caldamente.
Dopo la morte di Lexi, Paul non riesce a darsi pace, molti dubbi lo tormentano:
Si è trattato di un incidente?
Si è volontariamente gettata dall'albero?
Perchè quella mattina aveva cambiato la disposizione dei libri sugli scaffali?
I vicini di casa non si sono accorti di niente, non ci sono testimoni... tranne Lorelei. Così vi è un'unica soluzione che appare praticabile: Paul deve insegnare a parlare al proprio cane.
E' un percorso graduale, lungo il quale il protagonista riesce a comprendere, forse per la prima volta, sua moglie.
Si estranea dalla vita che aveva condotto fino a quel momento, consulta specialisti e cialtroni per carpire la verità dalla sua fedele amica a quattro zampe.
Una storia toccante, la conoscenza tardiva della persona amata, la comprensione della vita quando ormai la vita stessa è compromessa, quando rimangono solamente rimorsi e rimpianti. Uno dei pochi libri che mi ha veramente commosso.
Inizia così il romanzo d'esordio della statunitense Carolyn Parkhurst: "I cani di babele", un libro che consiglio caldamente.
Dopo la morte di Lexi, Paul non riesce a darsi pace, molti dubbi lo tormentano:
Si è trattato di un incidente?
Si è volontariamente gettata dall'albero?
Perchè quella mattina aveva cambiato la disposizione dei libri sugli scaffali?
I vicini di casa non si sono accorti di niente, non ci sono testimoni... tranne Lorelei. Così vi è un'unica soluzione che appare praticabile: Paul deve insegnare a parlare al proprio cane.
E' un percorso graduale, lungo il quale il protagonista riesce a comprendere, forse per la prima volta, sua moglie.
Si estranea dalla vita che aveva condotto fino a quel momento, consulta specialisti e cialtroni per carpire la verità dalla sua fedele amica a quattro zampe.
Una storia toccante, la conoscenza tardiva della persona amata, la comprensione della vita quando ormai la vita stessa è compromessa, quando rimangono solamente rimorsi e rimpianti. Uno dei pochi libri che mi ha veramente commosso.
Le notti bianche - Fedor Dostoevskij
"Esistono a Pietroburgo, Nasten'ka, alcuni strani cantucci, anche se voi non li conoscete.
Sentirete Nasten'ka che in questi cantucci vivono degli uomini strani, dei sognatori.
Il sognatore si stabilisce prevalentemente in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo cantuccio, vi aderisce come la chiocciola al guscio, e diventa simile a quell'animale divertente chiamato tartaruga, che è nello stesso tempo un animale e una casa"
Da "Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij
Le notti bianche - Fedor Dostoevskij
Un sognatore romantico, un uomo che rifiuta la realtà e trova
accoglienza nella dimensione del sogno è il protagonista di questo
racconto di un giovane Dostoevskij.
Una notte, passeggiando lungo il fiume a San Pietroburgo, incontra Nasten’ka, una ragazza come tante, ma che ai suoi occhi rappresenta la possibilità di prendere finalmente contatto con il mondo reale, un universo ignoto, costellato da tutte le emozioni proprie dei rapporti interpersonali, quali amore e sofferenza, che lui, anima solitaria, non ha mai conosciuto. Il sognatore pietroburghese, come scrive l’autore russo, “si stabilisce in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno” e, infatti, è durante le sue “notti bianche” che trova il coraggio di misurarsi con ciò che lo circonda, ciò che è fuori dal suo regno di illusioni e da cui si è sempre tenuto distante.
Il protagonista ipotizza che “…anche per lui forse suonerà una volta quella triste ora, quando per un giorno di quella misera vita (reale) avrebbe dato tutti i suoi anni di fantasticherie…” e forse quel momento è arrivato con Nasten’ka che, nella sua ottica, potrebbe rappresentare una sorta di frutto proibito, ma non dimentichiamoci di come andò a finire nel giardino dell’Eden…
Una notte, passeggiando lungo il fiume a San Pietroburgo, incontra Nasten’ka, una ragazza come tante, ma che ai suoi occhi rappresenta la possibilità di prendere finalmente contatto con il mondo reale, un universo ignoto, costellato da tutte le emozioni proprie dei rapporti interpersonali, quali amore e sofferenza, che lui, anima solitaria, non ha mai conosciuto. Il sognatore pietroburghese, come scrive l’autore russo, “si stabilisce in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno” e, infatti, è durante le sue “notti bianche” che trova il coraggio di misurarsi con ciò che lo circonda, ciò che è fuori dal suo regno di illusioni e da cui si è sempre tenuto distante.
Il protagonista ipotizza che “…anche per lui forse suonerà una volta quella triste ora, quando per un giorno di quella misera vita (reale) avrebbe dato tutti i suoi anni di fantasticherie…” e forse quel momento è arrivato con Nasten’ka che, nella sua ottica, potrebbe rappresentare una sorta di frutto proibito, ma non dimentichiamoci di come andò a finire nel giardino dell’Eden…
Un gioco da bambini - J. G. Ballard
Bah... si capisce tutto già dal titolo... il protagonista ci vorrebbe
stupire pagina dopo pagina ma basterebbe anche solo guardare l'immagine
di copertina per capire come va a finire... comunque lo sto finendo per
la solita questione di principio di non abbandonare mai un libro a metà,
almeno questo è breve.
Parigi non finisce mai - Enrique Vila-Matas
Una sorta di autobiografia narrata sul filo dell'ironia che descrive gli
anni trascorsi a Parigi da Vila Matas. Una lettura veramente piacevole
che può anche essere d'aiuto agli aspiranti scrittori. Un persorso in
cui ci si imbatte in situazioni e personaggi più o meno noti: un
improbabile Lenin al cafè de Flore, la aleggiante presenza dei bohemien
che hanno occupato precedentemente il suo appartamento, la mansarda
della Duras e l'ombra di Hemingway di cui lo scrittore pretendeva di
essere il sosia. Fino al momento in cui Vila Matas si lascerà
dietro le spalle i favolosi anni dell'apprendistato e quella "Parigi che
non finisce mai". Veramente bello.
Un giorno questo dolore ti sarà utile - Peter Cameron
Non so che cosa pensare di questo libro. Ne ho pregustata la lettura per
molto tempo, il titolo mi ispirava troppo e credo sia stato fuorviante,
mi aspettavo qualcosa di completamento diverso.
E' un romanzo di formazione che scorre una meraviglia, si finisce in poche ore ma mi ha lasciato poco. Forse sono stato portato fuori strada da tutti i commenti entusiastici che ha ricevuto... bah... per carità, non dico che non mi sia piaciuto, molti di noi si possono ritrovare nei pensieri di questo ragazzo solitario e insoddisfatto. Probabilmente ho sbagliato l'approccio, da quanto avevo sentito pensavo di trovarmi di fronte a una sorta di capolavoro e, invece, si tratta di un bel libro, sicuramente piacevole e intrigante ma nulla di più.
Insomma, secondo me, vale la pena leggerlo ma partendo da adeguate aspettative.
E' un romanzo di formazione che scorre una meraviglia, si finisce in poche ore ma mi ha lasciato poco. Forse sono stato portato fuori strada da tutti i commenti entusiastici che ha ricevuto... bah... per carità, non dico che non mi sia piaciuto, molti di noi si possono ritrovare nei pensieri di questo ragazzo solitario e insoddisfatto. Probabilmente ho sbagliato l'approccio, da quanto avevo sentito pensavo di trovarmi di fronte a una sorta di capolavoro e, invece, si tratta di un bel libro, sicuramente piacevole e intrigante ma nulla di più.
Insomma, secondo me, vale la pena leggerlo ma partendo da adeguate aspettative.
L'insostenibile leggerezza dell'essere - Milan Kundera
Un romanzo godibilissimo che si fonde, a tratti, con un trattato
semi-filofofico alla portata di chiunque. Scorrevole, coinvolgente e mai
banale.
Città eterna, città occulta. Misteri, simboli e fantasmi a Roma - Fulvia Cariglia
Non male, raggiunge la sufficienza. Inizialmente pensavo fosse una
trattazione più incentrata sulla storia in sè ma, partendo dal
presupposto che si tratta di un ricettacolo di leggende e tradizioni
romane, è una lettura godibile. Il libro in questione spazia dai diavoli
del Pantheon alla simonia di Simon mago (l'omofonia non è un caso), da
Beatrice Cenci alla "pietra nera" nella chiesa di Santa Sabina. Insomma,
per un appassionato della cultura e tradizione di Roma è una lettura
interessante.
Il fu Mattia bazar
Simpatico libercolo che raccoglie tutte le storpiature insite nelle richieste dei clienti delle librerie meno avveduti.
Scusi, ha «Sequestro un uomo» di Primo Levi?
Scusi, ha «Sequestro un uomo» di Primo Levi?
Incunaboli futuri - Daniela Frascati
Incomprensibile e troppo pretenzioso per ciò che è. Come al solito mi
sono imposto di finirlo, ma queste 80 paginette non passavano mai.
Con Borges - Alberto Manguel
Interessante conoscere anche il Borges "privato". Manguel rientra nel
novero delle persone che leggevano i libri al grande maestro argentino
quando ormai lui non era più nelle condizioni di poterlo fare da solo.
In questo volume descrive la sua esperienza.
Un libricino che si lascia leggere in pochissimo tempo.
Un libricino che si lascia leggere in pochissimo tempo.
Molto forte, incredibilmente vicino - Jonathan Safran Foer
Bello.
Poetico.
Commovente.
Divertente.
Safran Foer ci sa fare. E' un gioellino della narrativa moderna. Dalla distruzione di Dresda alle Torri gemelle, storie e sentimenti che si incrociano e si sovrappongono attraverso il filo conduttore della memoria, dei rimorsi per ciò che è stato, dei rimpianti per ciò che non è stato. Attimi che cambiano la storia dell'uomo e le piccole grandi vite dei protagonisti.
Veramente notevole.
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Attenzione - Spoiler
Solita maestria di baldini.
Solite cupe e intriganti atmosfere della nebbiosa Romagna di Baldini.
Ma la vittoria finale dell'arroganza di quelle mezze tacche di squadristi ti fa il sangue amaro. Non doveva finire così.
Non oso pensare a come possa essere questa fiction Rai ispirata al libro.