- Facciamo un gioco, Bret.
- Io non...
- Il gioco si chiama: indovina chi è il prossimo?
Chi è che telefona a mr Ellis nel cuore della notte?
E soprattutto: chi è Bret Easton Ellis?
Un cocainomane che abita in un lussuoso appartamento di New York?
Un padre di famiglia che vive in un tranquillo sobborgo fuori città?
Un figlio che non ha mai perdonato il padre?
Uno scrittore perseguitato dai mostri che lui stesso ha creato nei propri libri?
Il primo capitolo è prettamente autobiografico, descrive la vita del
famoso scrittore durante il college, la nascita del suo successo condita
da tutti gli eccessi dello star system di cui "il piu' grande autore
americano sotto i quaranta", come lui stesso si definisce, diventa
protagonista.
Chi non ha letto i precedenti romanzi di Bret Easton Ellis sarebbe
portato a pensare che il libro prosegua secondo questa falsariga
(ovviamente romanzata), ma dal secondo capitolo inizia il vero Lunar
park, un'autobiografia semi-immaginaria in cui i fantasmi del passato
fanno visita a un Bret Ellis dagli innumerevoli volti.
Il protagonista, per disintossicarsi e cercare di ristabilire un
equilibrio nella sua vita disastrata, si trasferisce in un'anonima
cittadina del nordest, ritrovandosi improvvisamente sposato e padre di
due figli.
Ma questa nuova vita che dovrebbe riportare la sua esistenza entro i
binari della "normalità" è contornata da bambini imbottiti di
psicofarmaci, genitori assenti e festini in cui alcool e droga non
mancano mai.
Ciò che è essenziale è la patina superficiale, un'apparenza espressa da
una villetta di campagna, una scuola prestigiosa, le cene di
rappresentanza con vicini di casa insopportabili.
Tutto sembra "tranquillo" fino a quando uno scomodo passato non bussa al 703 di Elsinore lane.
Strani eventi disturbano la serenità di quella casa: i mobili si
spostano da soli, misteriose e-mail lampeggiano incessantemente sullo
schermo del computer, i bambini del vicinato scompaiono nel nulla,
inquietanti presenze si nascondono nell'ombra...
Sicuramente non è il classico romanzo di Bret Easton Ellis: chi ha amato
American psycho o Glamorama potrebbe rimanerne deluso, ma a me non è
dispiaciuto affatto.
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