Visualizzazione post con etichetta Lansdale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lansdale. Mostra tutti i post
domenica, maggio 05, 2013
Mucho Mojo - Joe R. Lansdale
Lansdale è diventato uno dei miei scrittori preferiti ma inizio a notare
sempre la stessa pecca: l'assassino è sempre il maggiordomo. Le trame
sono ben articolate fino ad un certo punto, poi tutto inizia ad essere
un po' troppo scontato. Ciò non toglie nulla al piacere della lettura:
leggere un libro di Lansdale è come guardare per la ventesima volta uno
di quei mitici film che ripropongono all'una di notte; sai come andrà a
finire ma non stacchi gli occhi dallo schermo e il giorno dopo compri
anche il dvd. Il ritmo, l'affetto per i personaggi e l'ottima qualità
della scrittura comunque offuscano i piccoli difetti.
La sottile linea scura - Joe R. Lansdale
Una bella sorpresa.
C'è qualcosina che non mi fa impazzire nella scrittura di Lansdale, come quando nei dialoghi, talvolta, si fa fatica a capire chi parla perchè, quando vengono aperti due periodi consecutivi, è possibile che sia sempre la stessa persona a parlare. Insomma, questo aspetto poteva essere gestito meglio, ma si tratta di una piccolezza.
La storia scorre che è una meraviglia; i personaggi sono ben delineati e non si può non provare quasi affetto per una famiglia (cane compreso) come quella del protagonista che, nel periodo in cui si svolge il romanzo, in cui la questione razziale è tutt'altro che risolta, in una cittadina del Texas, si presenta come un bagliore in una notte che più tetra non potrebbe essere. Un linguaggio pungente ed ironico e un mistero da risolvere completano il quadro.
Mi ha ricordato molto Stand by me, il film tratto dal racconto di King: l'estate di una congrega di amici, un macabro mistero da risolvere, la scoperta/ricerca di un "tesoro", una sorta di linea di confine tra l'età dell'innocenza e quella adulta. Leggendolo, a tratti, mi venivano in mente le immagini del film.
C'è qualcosina che non mi fa impazzire nella scrittura di Lansdale, come quando nei dialoghi, talvolta, si fa fatica a capire chi parla perchè, quando vengono aperti due periodi consecutivi, è possibile che sia sempre la stessa persona a parlare. Insomma, questo aspetto poteva essere gestito meglio, ma si tratta di una piccolezza.
La storia scorre che è una meraviglia; i personaggi sono ben delineati e non si può non provare quasi affetto per una famiglia (cane compreso) come quella del protagonista che, nel periodo in cui si svolge il romanzo, in cui la questione razziale è tutt'altro che risolta, in una cittadina del Texas, si presenta come un bagliore in una notte che più tetra non potrebbe essere. Un linguaggio pungente ed ironico e un mistero da risolvere completano il quadro.
Mi ha ricordato molto Stand by me, il film tratto dal racconto di King: l'estate di una congrega di amici, un macabro mistero da risolvere, la scoperta/ricerca di un "tesoro", una sorta di linea di confine tra l'età dell'innocenza e quella adulta. Leggendolo, a tratti, mi venivano in mente le immagini del film.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Ma, come già accennato, c'è sempre un senso di dejavu.
Un tizio dall'aura "mitologica" nascosto nel bosco... omicidi ed inseguimenti in riva al fiume... razzismo ed intolleranza nel Texas orientale...