martedì, ottobre 24, 2006

Consigli di lettura

Il libro dell' inquietudine di Bernardo Soares - Fernando Pessoa
Il processo - Franz Kafka
Sostiene Pereira - Antonio Tabucchi
Fahrenheit 451 - Ray Bradbury
Poesie d' amore e libertà - Jacques Prevert
L' anno della morte di Ricardo Reis - Josè Saramago
La nausea - Jean Paul Sartre
Candido - Voltaire
Requiem - Antonio Tabucchi
Cirano di Bergerac - Edmond Rostand
Cent' anni di solitudine - Gabriel Garcia Marquez
Il poeta è un fingitore - Fernando Pessoa
Poesie d' amore - Nazim Hikmet
Il muro - Jean Paul Sartre
Poesie beat - Jack Kerouac
I cani di Babele - Carolyn Parkhurst
Storia dell' assedio di Lisbona - Josè Saramago

Fernando Pessoa



" Sono arrivato al punto in cui il tedio è una persona, la finzione incarnata della mia convivenza con me stesso "
Fernando Pessoa

Utopia

Mi ritrovo a fare zapping nel tedio quotidiano.
Mi soffermo su uno dei tanti salottini televisivi,inutili e pregni di arroganza.
Un tizio : " Sono un poeta ".
Mi chiedo come sia possibile che nessun essere umano dotato di normale raziocinio non alzi la mano e dica : "Basta basta basta basta basta basta, non se ne può più ". Ma che significato ha l'affermazione "sono un poeta" ? Quasi quasi mi viene la voglia di andare all'ufficio di collocamento e presentarmi come poeta. E' come dire : " Sono intelligente" , " Sono un genio "...
che desolazione... L' arroganza e l' ignoranza non hanno limiti...
La poesia non è una professione, è un modo di essere, è una qualità dell' anima e la qualifica "poeta" non può, non deve essere attribuita sulla base di una manciata di pagine sporche di inchiostro. Si torna ai soliti discorsi: se un giorno l' ennesima vallettina decelebrata pubblicasse una raccolta di "poesie" ( per rendere bene l'idea del mio tono dovrei avere a disposizione due virgolette grandi quanto lo schermo del computer) , la dovremmo considerare una poetessa ? Purtroppo presumo che il giorno in cui questo avverrà non sia lontano, ma non è questo il punto. Non si va dal macellaio a chiedere : " Mi dia due etti di prevert, ma ben vicini all' osso, mi raccomando ". Non ci si può autoattribuire tale qualifica, essa è insita in un brano quando esso è ancora nella mente di chi lo scrive ed esplica la sua grandiosità, la sua magnificenza quando penetra nelle profondità dell' animo del lettore e combacia alla perfezione con le sue inquietudini e i suoi spasmi di gioia. Nel mio piccolo (ma molto piccolo) ho pubblicato qualcosa, ma quando qualcuno , parlando di me, utilizza i termini "poeta" o " poesie" , provo un profondo imbarazzo. Sinceramente, senza falsa modestia, non saprei categorizzare ciò che scrivo, solitamente li definisco "brani" , senza pensarci troppo.
Forse , al contrario, altri dovrebbero rifletterci un pò di più.

lunedì, ottobre 23, 2006

Cattedrale di San Lorenzo

Senza tempo

Ti posso amare solo quando dormi
quando non esiste nè bianco nè nero
quando non c'è nè tristezza nè gioia
avvolti dalla nebbia dell'infinito
soffiata da cupìdi in cerca di gloria
nel chiarore dell'eternità che tutto copre
nè io
nè te
vaganti e incoscenti
senza passato,presente,futuro
immortalati
in un angolo dell'anima.

giovedì, giugno 01, 2006

Edmond Rostand



" Adesso... io sarò più frenetico e folle che mai! Ho bisogno di battermi con un esercito! Ho dieci cuori, venti braccia! Affrontare dei nani non può bastarmi più... Ho bisogno di giganti!
dal " Cyrano de Bergerac "
Edmond Rostand

Maria Chiara

Un sogno...
Accompagnato dalla brezza mattutina che carezza l' alba.
Un sorriso...
il mio sorriso...voglio che sia mio...
Ora sono qui a bussare alla tua porta,
la porta della mia vita.
Ho aperto gli occhi e ti ho trovata...la mia principessina...
Ho visto la luce
e ora
cosciente
sono al tuo fianco
per amarti e volerti
per lasciarmi travolgere dal fato...
................
per esistere
esistere con te.