martedì, ottobre 24, 2006

Utopia

Mi ritrovo a fare zapping nel tedio quotidiano.
Mi soffermo su uno dei tanti salottini televisivi,inutili e pregni di arroganza.
Un tizio : " Sono un poeta ".
Mi chiedo come sia possibile che nessun essere umano dotato di normale raziocinio non alzi la mano e dica : "Basta basta basta basta basta basta, non se ne può più ". Ma che significato ha l'affermazione "sono un poeta" ? Quasi quasi mi viene la voglia di andare all'ufficio di collocamento e presentarmi come poeta. E' come dire : " Sono intelligente" , " Sono un genio "...
che desolazione... L' arroganza e l' ignoranza non hanno limiti...
La poesia non è una professione, è un modo di essere, è una qualità dell' anima e la qualifica "poeta" non può, non deve essere attribuita sulla base di una manciata di pagine sporche di inchiostro. Si torna ai soliti discorsi: se un giorno l' ennesima vallettina decelebrata pubblicasse una raccolta di "poesie" ( per rendere bene l'idea del mio tono dovrei avere a disposizione due virgolette grandi quanto lo schermo del computer) , la dovremmo considerare una poetessa ? Purtroppo presumo che il giorno in cui questo avverrà non sia lontano, ma non è questo il punto. Non si va dal macellaio a chiedere : " Mi dia due etti di prevert, ma ben vicini all' osso, mi raccomando ". Non ci si può autoattribuire tale qualifica, essa è insita in un brano quando esso è ancora nella mente di chi lo scrive ed esplica la sua grandiosità, la sua magnificenza quando penetra nelle profondità dell' animo del lettore e combacia alla perfezione con le sue inquietudini e i suoi spasmi di gioia. Nel mio piccolo (ma molto piccolo) ho pubblicato qualcosa, ma quando qualcuno , parlando di me, utilizza i termini "poeta" o " poesie" , provo un profondo imbarazzo. Sinceramente, senza falsa modestia, non saprei categorizzare ciò che scrivo, solitamente li definisco "brani" , senza pensarci troppo.
Forse , al contrario, altri dovrebbero rifletterci un pò di più.

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